L’ortodonzia è quella branca dell’odontoiatria che si occupa di correggere la posizione dei denti, migliorando la masticazione, la respirazione, la fonetica e l’estetica.
Può inoltre correggere la postura dovuta a irregolarità alla nascita delle articolazioni della mandibola o dovuta a cadute o a fratture.
Attraverso il cosiddetto “studio ortodontico” si decide il trattamento più adatto con l’ausilio di: radiografie (es. panoramica dentale, teleradiografia, cefalometria), fotografie, modelli studio; si esaminano la mandibola, la mascella, le articolazioni e si studiano la forma e il profilo del viso, il modo di masticare e di deglutire.
A seconda del tipo di difetto e del tipo di malocclusione si sceglie l’adeguato trattamento ortodontico che si avvale dell’aiuto, a seconda dei casi, di apparecchi mobili (di solito usati nella prima fase di cura nei bambini, per espandere il palato e guidare la masticazione in posizione corretta), di apparecchi fissi (usati quando quasi tutti i denti permanenti sono presenti). Si può utilizzare anche la trazione extraorale, l’espansore palatale, per allargare un palato troppo stretto, in modo da creare spazio in caso di denti “affollati”.
A seconda del tipo di malocclusione, il piano di trattamento può prevedere delle estrazioni (es.: denti del giudizio) per ottenere e mantenere i risultati desiderati.
Una volta terminata la fase attiva del trattamento spesso è necessario usare una contenzione (interna e, quindi, non visibile) per mantenere nel tempo il risultato raggiunto. La durata della terapia ortodontica dipende dal tipo e dalla gravità del problema, dall’età (negli adulti, essendo le ossa completamente formate, i movimenti dei denti possono impiegare tempi più lunghi rispetto agli adolescenti), dalla risposta individuale al trattamento e dalla diligenza nel seguire le indicazioni del dentista.
L'ortodonzia è possibile anche tramite apparecchi invisibili, approfondisci sulla sezione dedicata ad ortodonzia invisibile con INVISALIGN.
1830 F.C. Kneisel
Il primo ad utilizzare apparecchiature mobili e ad introdurre il sistema delle impronte della bocca.
1890 Dr. Edward H. Angle
Istituì la professione dell'ortodontista a St. Louis, Mo. Fondatore della "American Society of Orthodontists" nel 1900. Organizzò il primo corso di Ortodonzia per dentisti generici. Descrisse tre tipi di malocclusione basate sulla relazione Mesio-Distale dei Canini e delle cuspidi Mesio-Buccali dei Primi Molari Superiori in relazione ai Primi Molari Inferiori. Nel 1929 suggerisce di angolare il bracket sul dente al fine di ridurre le pieghe di 2° ordine.
Classificazione di Angle
Nei primi anni del '900, il dr. Edward H. Angle, propose la classificazione che porta il suo nome. Lo studio più conosciuto per quanto riguarda lo standard di riferimento delle posizioni, si basa sul fatto che, in una dentatura decidua perfetta, il primo molare superiore, erompe a 6 anni in una posizione definita e stabile, stabilendo così la posizione degli altri denti posteriore, e determinando così la chiave di occlusione posteriore.
In base al rapporto che intercorre quindi tra la cuspide mesio-vestibolare del primo molare superiore, e il solco mesio-vestibolare del primo molare inferiore, Angle, classificò i tipi di occulsione in tre classi:
I CLASSE:detta anche Normocclusione, si ha un rapporto di prima classe quando la cuspide mesio-vestibolare del primo molare superiore, ingrana con il solco mesio-vestibolare del primo molare inferiore.
II CLASSE:o Disto-occlusione, si ha quando la cuspide mesio-vestibolare del primo molare superiore, occlude mesialmente al solco mesio-vestibolare del primo molare inferiore. Questa classe, a seconda della posizione degli anteriori, è divisa in due sottoclassi dette divisioni:
I DIVISIONE: si ha una seconda classe, a livello posteriore, ed un aumento dell'overjet negli anteriori.
II DIVISIONE: si ha sempre, a livello posteriore, una seconda classe, ma si presenta un'assenza di overjet a livello alnteriore, determinata dalla palatoversione dei frontali superiori.
III CLASSE: detta anche mesio-occlusione, si ha quando la cuspide mesio-vestibolare del primo molare superiore ingrana distalmente al solco mesio-vestibolare del primo molare inferiore.
Foto: Dr. Edward H. Angle
1930 Dr. Charles Tweed
Uno degli ultimi studenti di Angle, ritrattò un alto numero di casi non estrattivi che avevano subito tutti una recidiva. Per questo sostenne che si poteva ottenere maggiore stabilità e funzionalità con l'estrazione. A lui si deve l’inserimento delle forze direzionali e del controllo tridimensionale del dente. Insieme a Merrifield Sviluppa la tecnica Tweed-Merrifield conosciuta anche come Edgewise Technique. (Tweed CH: Clinical Orthodontics, 2 vols. St Louis, CV Mosby Co, 1966 - Merrifield LL, Cross JJ: Directional forces. Am J Orthod 1970 May; 57 (5): 435-464)
Foto: Dr. Charles Tweed
1930 Dr. Spencer Atkinson
Sviluppò la tecnica universale, combinando la tecnica Edgewise con la tecnica Light-Wire. Divisa in tre fasi: Tipping, Uprighting e Riposizionamento.
1940 Dr. Raymond Begg
Proveniente anche lui dalla scuola del dr. Angle, sosteneva la teoria estrattiva proponendo l'utilizzo di forze leggere qualora fosse stato possibile. Inserisce nell’apparecchiatura ausiliari per movimenti di 2° e 3° ordine, (Begg PR, Kesling PC: Begg Orthodontic Theory and Technique, 3rd ed. Philadelphia, WB Saunders Co, 1977).
Foto: Dr. Raymond Begg
1958 Dr. Stifter
Creò un apparecchiatura fissa modulare con angolazioni ed inclinazioni diverse.
1960 Dr. Reed Holdaway
Il primo a pensare di puntare l'attacco sulla banda con angolazione, così da poter imporre un movimento senza piega nel filo.
1960 Dr. Ivan Lee
Fu il primo a inserire il Torque "fresato" nello slot dell'attacco.
1960 Dr. Richard Jaraback
Ideò il primo attacco parzialmente programmato, inserì il Torque e il Tip nel singolo attacco così da ottenere un doppio controllo sul dente.
1960 Dr. Robert Ricketts
Inserisce negli attacchi per incisivi e canini con informazioni di 2° e 3° ordine.(Ricketts RM, Bench RW, Gugino CF, et al: Bioprogressive Therapy, Denver, Rocky Mountain Orthodontics, 1979)
Foto: Dr. Robert Ricketts
1960 Dr. Lawrence F. Andrews
Archiviò 120 modelli di studio regolari, erano casi senza precedenti trattamenti ortodontici, bocche che non richiedono trattamento, valutò i caratteri comuni.
La classificazione di Andrews comprende sei chiavi di occlusione definite nel 1972:
1° Chiave, “Rapporto intermolare”: alla classificazione di Angle, Andrews specifica che per ottenere la massima intercuspidazione ideale è necessario che la cuspide mesio-vestibolare del secondo molare inferiore sia in contatto con la cuspide disto-vestibolare del primo molare superiore;
2° Chiave, “Angolazione delle corone”: l’Autore indica quale angolazione in senso mesio-distale, devono avere le singole corone rispetto al mascellare superiore;
3° Chiave, “Torsione delle corone”: Andrews precisa il grado di torsione in senso vestibolo-orale che le singole corone devono avere;
4° Chiave, “Rotazione delle corone”: si sottolinea che i denti in normo - occlusione non devono presentare rotazioni, eccezion fatta per i molari;
5° Chiave, “Punti di contatto”: l’occlusione ideale deve essere caratterizzata da punti di contatto molto serrati, al fine di evitare rotazioni indesiderate;
6° Chiave, “Curve di Wilson e Spee”: entrambe devono essere poco accentuate.
Foto: Libro del Dr. Andrews
Ideò la prima apparecchiatura interamente programmata, inserendo per ogni singolo attacco gradi di: Torque, Tip, In-out e Offset. Con la sua apparecchiatura stabilì di poter risolvere l'80 % delle malocclusioni. - Padre della tecnica "Straight-Wire"-
Caratteristiche dell’apparecchiatura straight wire:
1. tip nello slot
2. torque nello slot
3. in/out
4. base arrotondata
5. modellazione individuale
(Andrews LF: The straight-wire appliance, origin, controversy, commentary. Journal of Clinical Orthodontics. 1976 Feb;10(2):99-114)
Foto: Dr. Lawrence F. Andrews
1980 Dr. Ronald H. Roth
Collaborò con il dr. Andrews nella definizione delle "Sei chiavi dell'Occlusione" con particolare attenzione e definizione di "Occlusione Ottimale e Funzionale" sviluppando la tecnica "Straight-Wire Roth".
Occlusione Ottimale e Funzionale
• Occlusione centrica coincide con Relazione centrica
• Rapporti di Classe I o cuspide -fossa
• Uguale distribuzione delle forze posteriori
• Rapporti di Protrusiva
• Rapporti di Lateralità
• Disclusione posteriore
(Roth RH: Five year clinical evaluation of the Andrews straight-wire appliance. J Clin Orthod. 1976 Nov;10(11):836-50.
Roth RH: Functional occlusion for the orthodontist. J Clin Orthod. 1981 Feb;15(1):32-40, 44-51 contd.
Roth RH: Functional occlusion for the orthodontist. Part II. J Clin Orthod. 1981 Feb;15(2):100-23.)
Foto: Dr. Ronald H. Roth
I dottori John Bennett, Richard P Mc Laughlin e Hugo J Trevisi mettendo in comune le loro esperienze modificano la prescrizione, la sistematica di trattamento ed il metodo di definizione del piano di trattamento della SWA originale. Al momento la tecnica, ribattezzata MBT per via delle iniziali degli autori, è impiegata da circa il 6% degli ortodontisti americani (Journal of Clinical Orthodontics, October 2002 - Gottlieb and Others) e vede una sempre maggiore diffusione in Italia ed in Europa.
Richard P. McLaughlin
San Diego, California, USA
John BennettLondon, UK
Hugo J. TrevisiBrasil
Qui di seguito gli elementi più salienti della tecnica MBT:
· L’utilizzo di legature a 8 (lace backs) consente l'acquisizione del tip da parte del canino per esclusivo movimento distale della radice.
· La chiusura degli spazi avviene con l'uso dei tie back che sono legature con moduli elastici durante la fase di chiusura degli spazi. Il tie back non è collegato al bracket del canino ma ad un uncino saldato sull'arco tra laterale e canino.
· la presenza della piega distale (bend back) controlla la tendenza alla vestibolarizzazione dei denti frontali che si verifica in straight wire in corso di allineamento e livellamento.
attacco MBT
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